Lo Yorkshire e gli italiani
- expat
- 6 Comments
- 3minuto
Presso molti italiani lo Yorkshire evoca immagini vittoriane. Paesaggi verdi puntellati da cottage in stile ottocentesco cui si alternano vaste estensioni di brughiera e borghi con vecchie fabbriche in disuso, ricordo di una delle culle della rivoluzione industriale.
Gran parte di questa “visione” corrisponde al vero, ma c’è anche molto altro. Tanto per cominciare non vi è un solo Yorkshire, bensì 4. La contea si divide in North Yorkshire, South Yorkshire, West Yorkshire e East Yorkshire. Tutte insieme contano più di 5 milioni di abitanti, quanto la sola Scozia e più del Galles. Se in alcune aree come il Nord e l’Est sono caratterizzate da centri storici come York e Beverley (de facto periferia geografica della più grande città di Hull che fa amministrazione a sé), le regioni a Ovest e a Sud presentano uno scenario parzialmente differente. Insieme a vasti parchi naturali ideali per il trekking vi sono ampie aeree urbane come Leeds (a cui si aggiunge Bradford che ne è quasi un’estensione) e Sheffield. Se York e Beverley emanano un’aura di storia e tradizione simile all’immagine tipica da letteratura vittoriana; Leeds e Sheffield assomigliano più ai conglomerati moderni e dinamici presenti nelle aree di Londra o Manchester.
Questa terra dal nome molto conosciuto anche in Italia ma de facto meno familiare all’opinione pubblica riveste però grande importanza per molti connazionali. Nello Stivale quando si parla di Gran Bretagna, oltre a confonderla con la sola Inghilterra, si pensa immediatamente a Londra (tranne quando si parla di calcio, ovvio). Per anni parenti e amici mi hanno chiesto “come andasse la mia vita a Londra” e ho fatto una fatica bestiale a far capire loro che non vivevo nella capitale bensì molto più a Nord.
Di quasi nessun connazionale conosco la storia ed è difficile tracciare un quadro di come essi si trovino in questa parte del paese meno conosciuta in Italia. Cosa li ha spinti quassù? Come si svolge la loro vita, specie alla luce dei tanti cambiamenti che negli ultimi anni hanno caratterizzato il Regno Unito?
Io posso portare solo la mia esperienza, quella di uno dei tanti italiani all’estero. Un estero diverso da quello spesso narrato in altre circostanze, ma non per questo di minor valore. Un estero che ora è diventata la casa di molti.
Emigrante espatriato e poi assimilato. Cittadino italo-britannico, ex-protogiornalista oggi impiegato amministrativo presso un ospedale. Interista fin dentro il midollo,
Grande appassionato di Storia, Geopolitica, Arte e Calcio
6 Comments
Mi ha fatto davvero piacere leggere questo articolo. Ho vissuto da giovane nel West Yorkshire, e come lei facevo una gran fatica a spiegare quanto diversa fosse la vita da quelle parti, rispetto all’immagine della London anni ‘70.
Vivevo a Cleckheaton, un sobborgo di Bradford, dove ancora esisteva una forte identità tessile da post rivoluzione industriale, che ormai è completamente scomparsa. I Pub chiudevano presto la sera, tranne il sabato, e il cibo era davvero difficile da sopportare per un Italiano.
Ma è stata davvero una bella esperienza che mi ha formato e reso la persona che sono oggi.
Ps
In Italia tutti leggono “yorksciair” ma in realtà si pronuncia “Yorksheir”…
Caro Signor Orfei,
La ringrazio per il bel messaggio. È un piacere condividere un’esperienza importante come questa con chi ne ha vissuta una simile.
Conosco meno la zona dove Lei è stato, se non per alcune aree fuori Bradford dove ho fatto trekking con amici.
Io abito vicino Hull, qui l’impronta della passata rivoluzione industriale si vede meno. Hull è una realtà più basata su commercio e pesca. Proprio la pesca però, unita a una vasta attività agricola dell’entroterra, permette di trovare dei buoni “compromessi” per ciò che concerne la cucina.
Verissimo, è un’esperienza formativa notevole. Stabilirsi in una zona più periferica richiede una certa capacità di integrazione. Ma una volta superati i primi tempi il posto ti accoglie e gli aspetti positivi emergono (almeno…per me è stato così è pare anche per Lei).
Spero abbia l’opportunità di tornarci presto. In questo caso me lo faccia sapere, sarà un piacere condividere con Lei le nostre impressioni.
Le auguro una buona giornata.
Massimiliano
Caro Massimiliano. Tante coincidenze, davvero. Conosco bene Hull, i miei amici avevano li sul fiume Humber, una fantastica chiatta, con la quale si giravano tutta l’Inghilterra via canali, che è qualcosa di fantastico. Poi ho una coppia di amici che abitano a Grimsby, che è dall’altra parte del fiume ma non lontano. Loro però sono in pensione e hanno comprato casa a Cipro, dove vivono per 6 /9 mesi all’anno. Certo rimaniamo in contatto, mi farà piacere.
Saluti
Mario
Mi ha fatto davvero piacere leggere questo articolo. Ho vissuto da giovane nel West Yorkshire, e come lei facevo una gran fatica a spiegare quanto diversa fosse la vita da quelle parti, rispetto all’immagine della London anni ‘70.
Vivevo a Cleckheaton, un sobborgo di Bradford, dove ancora esisteva una forte identità tessile da post rivoluzione industriale, che ormai è completamente scomparsa. I Pub chiudevano presto la sera, tranne il sabato, e il cibo era davvero difficile da sopportare per un Italiano.
Ma è stata davvero una bella esperienza che mi ha formato e reso la persona che sono oggi.
Ps
In Italia tutti leggono “yorksciair” ma in realtà si pronuncia “Yorksheir”…
Caro Signor Orfei,
La ringrazio per il bel messaggio. È un piacere condividere un’esperienza importante come questa con chi ne ha vissuta una simile.
Conosco meno la zona dove Lei è stato, se non per alcune aree fuori Bradford dove ho fatto trekking con amici.
Io abito vicino Hull, qui l’impronta della passata rivoluzione industriale si vede meno. Hull è una realtà più basata su commercio e pesca. Proprio la pesca però, unita a una vasta attività agricola dell’entroterra, permette di trovare dei buoni “compromessi” per ciò che concerne la cucina.
Verissimo, è un’esperienza formativa notevole. Stabilirsi in una zona più periferica richiede una certa capacità di integrazione. Ma una volta superati i primi tempi il posto ti accoglie e gli aspetti positivi emergono (almeno…per me è stato così è pare anche per Lei).
Spero abbia l’opportunità di tornarci presto. In questo caso me lo faccia sapere, sarà un piacere condividere con Lei le nostre impressioni.
Le auguro una buona giornata.
Massimiliano
Caro Massimiliano. Tante coincidenze, davvero. Conosco bene Hull, i miei amici avevano li sul fiume Humber, una fantastica chiatta, con la quale si giravano tutta l’Inghilterra via canali, che è qualcosa di fantastico. Poi ho una coppia di amici che abitano a Grimsby, che è dall’altra parte del fiume ma non lontano. Loro però sono in pensione e hanno comprato casa a Cipro, dove vivono per 6 /9 mesi all’anno. Certo rimaniamo in contatto, mi farà piacere.
Saluti
Mario